15 Aprile 2024

Diversity Management – Una breve guida

Introduzione alla Gestione della Diversità

Nel mondo del lavoro odierno, caratterizzato da un’evoluzione rapida e dalla globalizzazione, una sfida non solo importante ma che costantemente dovrebbe essere attenzionata da dirigenti e direttori aziendali è gestire efficacemente la diversità e l’inclusività.

Il Diversity Management (Gestione della diversità), riguarda l’adozione di strategie aziendali che valorizzano le differenze individuali. Adottare strategie e politiche funzionali alla gestione della diversità ha lo scopo di creare un ambiente lavorativo inclusivo che aumenti la competitività, la produttività e, di conseguenza, i profitti dell’impresa.

Quali sono gli ambiti della Diversità?

La diversità può riguardare numerosi aspetti, tra i più comuni su cui si interviene vi sono:

  • Età: per cui bisognerebbe favorire l’integrazione tra generazioni diverse.
  • Genere: dove si dovrebbe sempre promuovere l’uguaglianza in termini di opportunità e condizioni tra i sessi.
  • Orientamento sessuale: dove è necessario garantire il rispetto e la valorizzazione dei differenti orientamenti senza creare o diffondere pregiudizi o discriminazioni.
  • Disabilità: ovvero rendere l’ambiente di lavoro accessibile a tutti.
  • Background culturale: dove viene considerato un valore positivo la diversa provenienza socio-culturale.

Garantire pari opportunità e libertà espressive oltre a riconoscere e valorizzare queste differenze non solo arricchisce l’ambiente lavorativo ma promuove anche l’innovazione e la creatività, favorendo al contempo un maggior senso di appartenenza di qualsiasi membro della popolazione aziendale.

Storia del Diversity Management

Il concetto di Diversity Management nasce e si diffonde a partire dagli anni ’60 negli Stati Uniti, in seguito al movimento per i diritti civili. Questo periodo ha segnato l’inizio delle politiche di “affirmative action” che miravano a contrastare le discriminazioni razziali e a promuovere l’inclusione.

Nel corso degli anni, in particolare dagli anni ’90, grazie anche al supporto della Commissione Europea, il Diversity Management ha cominciato a diffondersi in Europa e nel resto del mondo occidentalizzato.

La situazione in Italia

L’Italia ha vissuto in maniera diretta l’incremento sia della presenza femminile sui luoghi di lavoro rispetto alla prima metà del ‘900 sia il forte incremento della presenza di migranti di prima e seconda generazione all’interno dei contesti lavorativi.

Ciò ha contribuito alla crescente attenzione mediatica e politica posta sul tema a partire dagli anni 2000, ad esempio con l’adozione della Carta per le pari opportunità e l’uguaglianza sul lavoro avvenuta nel 2004 e che volontariamente le aziende possono sottoscrivere.

Nonostante il naturale incremento, negli ultimi anni, di elementi di diversità all’interno delle aziende vi sono ancora chiare difficoltà nel raggiungere una piena e concreta integrazione e valorizzazione di persone che non rispecchiano valori e standard della cultura dominante.

Numerose indagini mostrano che solo un’azienda su quattro, tra le grandi imprese italiane, adotta politiche di Diversity Management e che una su tre non le reputa utili. Inoltre, anche solo analizzando i dati delle ricerche sulla parità di genere in termini di ruoli e salari le differenze risultano ancora profonde tra uomini e donne.

C’è da considerare, per di più, che solo le grandi imprese sono sensibili alle tematiche del Diversity Management, non solo perché hanno più donne tra i dipendenti o più giovani, stranieri o omosessuali, ma soprattutto perché il Diversity Management è un elemento importante per la loro reputazione nazionale e internazionale e per la visibilità e prestigio del loro brand.

Le piccole e medie imprese, invece, sono meno propense e interessate a investire o a destinare risorse ed energie per adottare politiche e strategie di gestione e valorizzazione della diversità poiché reputate superflue e non necessarie in contesti in cui il numero di dipendenti è ridotto o si è poco inclini al cambiamento.

Pratiche e benefici della Gestione della Diversità

In uno scenario simile risulta ancora più importante sottolineare quanto le iniziative e le strategie legate al Diversity Management siano fondamentali.

Tra le pratiche e le strategie più comuni, efficaci e semplici da adottare vi sono:

  • Attività di Selezione Inclusive: Modificare le politiche di Hiring per attrarre candidati da una vasta gamma di background culturali e sociali, ad esempio non escludendo a priori candidati stranieri o di età, genere o provenienza differenti dallo standard attualmente presente in azienda. Ciò permette di inserire competenze, modi di pensare e di gestire la complessità differenti che arricchiscono il know-how aziendale.
  • Introdurre iniziative Formative sulla Sensibilità Culturale: Implementare programmi di formazione per tutti i dipendenti che aiutino a migliorare la conoscenza e consapevolezza sulle diversità e ridurre l’impatto dei pregiudizi.
  • Mentoring e Sponsorship: Avviare programmi di mentoring e sponsorship che accoppiano dipendenti esperti con quelli meno esperti, con provenienze o orientamenti e background socioculturali diversi. Ciò aiuta a sviluppare e favorire una maggiore comprensione reciproca e coesione tra i dipendenti.
  • Valutazioni e Promozioni Eque: Assicurarsi che i processi di valutazione delle performance e di promozione siano trasparenti e basati esclusivamente su meriti e risultati, eliminando ogni forma di discriminazione.
  • Rispettare e assecondare le tradizioni altrui: Celebrare ed essere sensibili per gli usi o le feste di diverse culture all’interno dell’azienda, in particolare quelle inerenti la sfera religiosa, dimostra concretamente il rispetto per le tradizioni dei dipendenti ed arricchisce anche la cultura aziendale.
  • Politiche di Flessibilità Lavorativa: Implementare e migliorare le politiche di lavoro basate sulla flessibilità anche nel rispetto di tradizioni e necessità culturalmente e socialmente differenti aumenta l’engagement e la soddisfazione dei dipendenti.
  • Accessibilità e Inclusione per i Dipendenti con Disabilità: Rendere gli spazi di lavoro fisicamente accessibili e fornire le tecnologie o gli strumenti necessari per supportare i dipendenti con disabilità dovrebbe essere considerato uno standard.
  • Feedback e Valutazioni Continui: Creare canali attraverso cui i dipendenti possono esprimere liberamente le loro opinioni e preoccupazioni relative alla diversità e inclusione, assicurando che ci sia un sincero interesse per affrontare eventuali criticità che potrebbero emergere.

Le aziende che adottano queste o altre strategie e iniziative legate alla gestione della diversità aiutano a minimizzare i conflitti tra i dipendenti, ridurre la resistenza naturale al cambiamento e a sfruttare i vantaggi che derivano da un ambiente di lavoro diversificato, stimolante e multiculturale.

Basare le politiche salariali o di promozioni esclusivamente sul merito e sui risultati raggiunti aiuta sensibilmente non solo l’emergere dei talenti ma anche l’incremento della loro produttività e soddisfazione.

Conclusione

La gestione della diversità è sempre più un elemento cruciale per le aziende che vogliono rimanere competitive in un mercato globale.

Questo perché, che piaccia o meno, è evidente e inevitabile l’incremento della diversità all’interno delle organizzazioni produttive. Già oggi le grandi organizzazioni internazionali sono considerabili dei Melting Pot e sempre più lo sono e saranno anche le organizzazioni nazionali.

La sfida è dunque quella di considerare il Diversity Management non solo come un obbligo etico ma come una strategia vincente. Gestire, dominare e sfruttare a pieno la diversità all’interno delle aziende non sarà più una novità ma la normalità nel prossimo futuro.

Bibliografia

  • Cox, T. (1993). Cultural Diversity in Organizations: Theory, Research and Practice. San Francisco: Berrett-Koehler.
  • Mor Barak, M. E. (2014). Managing Diversity: Toward a Globally Inclusive Workplace. Sage Publications.
  • Nkomo, S. M., & Hoobler, J. M. (2014). “A historical perspective on diversity management”. In Handbook of Research in International Human Resource Management (pp. 235-252). Edward Elgar Publishing.

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